domenica 8 luglio 2007

La "second life" di D'Alema. Ma senza avatar

D'Alema cerca fortuna anche in Second Life. Ma il vicepremier e ministro degli Esteri dov'è? E' questo il ritornello ossessivo... Erba, fontane panchine classiche e semplici, una sede che sembra un maniero Tudor e un po' più in là, raggiungibile a piedi in volo e teletrasportati, un auditorium di sapore misto tra neoclassico e moderno: quattro gradini, sei archi grigi tra salici e betulle, vasi di viole, e qualche decina di futon verde acqua con pallina script per far sedere un centinaio di spettatori a gambe accavallate e occhi socchiusi. E ci sono signore in tailleur, svaccatoni in bermuda e sandali, azzimati in cravatta, tipe in nude look e un certo numero significativo di avatar standard, genere ragazzo della porta accanto. Segno di poca vanità.


Militanti? Forse. Ma D'Alema? Palco che pare mogano disteso su erba, tralicci di illuminazione sospesi nel niente, megaschermo. Elegante. Virtuale. Ecco: ti aspetti il Moretti della situazione che gridi “D'Alema, dì qualcosa di virtuale!“: in fondo siamo in Second Life, nel metaverso Linden Lab, dove anche la Fondazione di cultura politica riformista Italianieuropei ha edificato la sua isola (Italianieuropei, 50,146,24, queste le coordinate) e il 6 luglio l'ha inaugurata ufficialmente. Ma non lo grida nessuno, perché il vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, nonchè Presidente della Fondazione Italianieuropei Massimo D'Alema non è qui in avatar e in diretta, ma in differita registrata, come certi eventi sportivi dopo gli scioperi: un filmato in streaming del suo incontro del 5 luglio con il presidente brasiliano Lula al parlamento Europeo sul tema Brasile ed Europa: le frontiere del futuro. Dove fra l'altro si è affrontata la questione dei biocarburanti. Se c'è una cosa bella di Second Life è che si leggono i pensieri: tutti chattano mentre ascoltano. E si lamentano un po'. Perché? Perché non c'è il D'Alema avatar che chatta in difesa dell'etanolo e non c'è, come piacerebbe a qualche polemico, l'avatar di Fidel Castro che entra in volo a rampognare l'avatar di Lula perché le colture per ricavare etanolo secondo il lider maximo sottraggono terreni alla coltivazione e affamano i paesi poveri. E Cuba è alla canna (da zucchero...). Lula ha detto a Bruxelles che la rivoluzione dei biocarburarnti sposterà l'asse della potenza dai 20 paesi che estraggono petrolio alle centinaia che si permettono colture con 30 centimetri di scavo invece che chilometri di trivellazione. Forse lo stava per dire anche nella differita, ma a un certo punto, ahem, addio streaming. Che è stato utile, impegnato e sacrosanto, ma non emozionante.Così è un po' come vedere la tv, stando al cinema, dentro internet. Gli avatar ascoltano composti, se proprio protestano è perché non vedono dritto, o non sentono giusto. In effetti alcuni non sanno che va regolato il quicktime.

Però commentano come a un comizio in first life (nella vita, scusate): dieci avatar, dieci ct della nazionale, dieci ministri degli esteri in pectore. Pochi d'accordo con Lula, forse con Fidel. E però vogliono D'Alema in avatar. Vogliono l'interattività. Perché se è vero come dice uno che non è l'avatar di D'Alema che fa notizia, e che un avatar senza D'Alema dietro non avrebbe senso, e anche se questo è il popolo dei riformisti che incassano una conferenza tecnica, economica e politica, son pur sempre avatar su Second Life. Floriana Fargis della Fondazione mi assicura che presto un D'Alema avatar ci sarà, con D'Alema al mouse. «Noi non bariamo, dice». L'avatar sorride, forse. C'è da crederle. Rinviamo alla prossima il grido «D'Alema dì qualcosa di virtuale!».


(fonte: Il Corriere della Sera)